ALBATROS

 

10 dicembre 2003

 

 

Incontro di culture e dialogo sociale

Per la seconda volta a Napoli il VII° Forum Civile Euromediterraneo

 

di Giuseppe Fabiano

 

Un intenso ed attento lavoro di coordinamento, durato un intero anno, e che ha visto impegnato un comitato di pilotaggio che ha saputo attivare reti partecipative in e tra ognuno dei 25 paesi partecipanti. È stato questo il primo grande risultato ottenuto dagli organizzatori del “VII° Forum Civile Euromed”, tenutosi a Napoli alla fine di novembre. Un evento che si ripete annualmente e che approda per la seconda volta nel capoluogo partenopeo (l’altra era stata nel 1997), a dimostrazione dell’importanza e della centralità di questa città nello scenario euromediterraneo. Un evento attivamente promosso, tra gli altri, dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo di Napoli e fortemente sostenuto dalla Commissione europea. A differenza della prima edizione di Barcellona del 1995, e di quelle successive, i soggetti trattati ed i profili dei partecipanti sono stati anche quest’anno differenti e la stessa struttura dei forum civili si è largamente evoluta nel tempo, facendone progressivamente uno spazio indipendente di dialogo, di discussione delle questioni d’interesse generale come la cittadinanza, la democrazia, i diritti dell’Uomo, i diritti e il ruolo delle Donne, le strategie politiche, lo sviluppo possibile e sostenibile, le condizioni d’uguaglianza culturale, secondo quelle che sono le linee tracciate dalla Comunità Europea nel ’95 col Processo di Barcellona. “E’ emersa infatti da lì”, ci ha detto la Professoressa Caterina Arcidiacono, vicepresidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo, la rete euromediterranea che da anni promuove il partenariato per lo sviluppo del dialogo tra le società e le culture, “la consapevolezza che per favorire e migliorare la vita nell’area mediterranea non bastavano solo la sicurezza e lo sviluppo economico, ma erano necessari lo sviluppo, la diffusione e lo scambio della Cultura e tra le differenti culture. Da allora le attività promosse dagli organizzatori dei forum civili si sono sempre mosse in quella direzione”.

La settima edizione svoltasi a Napoli, oltre ai 12 membri del comitato di pilotaggio, 250 partecipanti in rappresentanza dei 25 Paesi partecipanti al Forum, e ripartiti in modo da assicurare sia la partecipazione paritaria tra uomini e donne, che la salvaguardia dell’equa provenienza dei rappresentanti dai paesi del Sud del Mediterraneo, dell’Unione Europea, dell’Est europeo e dell’Italia quale paese ospitante, assicurando anche la presenza di rappresentanti di altri paesi come l’Iraq, la Libia, l’Albania, il Montenegro.

I contenuti dei lavori del VII° Forum Civile Euromed di Napoli si sono sviluppati su due assi, ognuno con due preoccupazioni principali. L’asse centrale ha avuto come temi il rafforzamento della società civile e del buon governare e l’analisi della situazione economica e sociale per promuovere lo sviluppo sostenibile. Temi trasversali a questi sono invece stati l’allargamento internazionale europeo ad Est, la nuova politica di “vicinanza” tra i Paesi e la guerra in Iraq. I lavori, sviluppatisi durante tre giorni, hanno poi affrontato altre tematiche come la libertà d’associazione e d’espressione, l’uguaglianza di partecipazione delle donne, le differenze culturali ed interculturali, la partecipazione dei cittadini. Ma ampi spazi di dialogo e discussione sono stati riservati anche a tematiche come lo sviluppo in ambito lavorativo e formativo e la creazione di un’area di libero scambio mediterraneo entro il 2010.

“Il problema maggiore”, ci ha detto la Professoressa Arcidiacono, “è stato quello di creare una rete ampia tra tutti i Paesi partecipanti, selezionando con attenzione i rappresentanti da mettere in lista. Al Forum partecipano solo enti non governativi, ma a volte dietro alcuni di questi enti ci sono in maniera velata i governi. Il Forum dei giorni scorsi è stata la conclusione di un intenso lavoro di scambi, contatti, dialoghi e partecipazione durato un intero anno. Il grosso del lavoro è stato nel collegare e coordinare questa enorme rete che si è creata”. Tra gli obiettivi del Forum c’è infatti quello di dar voce soprattutto agli organismi della società civile: organizzazioni di base e sindacali, gruppi nazionali ed internazionali che lavorano per i diritti, la pace, l’ambiente, i giovani, il lavoro, lo sviluppo sostenibile, l’economia solidale, la parità uomo-donna. “Un altro problema – ha proseguito l’Arcidiacono – è stato poi quello dell’incontro tra le delegazioni arabe e quella israeliana. Anche qui la scelta dei rappresentanti è stata attenta, selezionando e rivolgendo l’invito ad esponenti moderati e aperti al dialogo. Resta però significativo il fatto che le sedi di svolgimento dei forum sono finora sempre state in città europee, proprio perché gli israeliani non andrebbero in paesi arabi e viceversa. Ma l’augurio è che col tempo anche questa barriera possa essere abbattuta”.